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IMPRESE EUROPEE SVILUPPANO CORNEA ARTIFICIALE

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(AGI) - Bruxelles, 17 giu. - Un gruppo di piccole e medie imprese (Pmi) europee insieme ad alcuni scienziati hanno sviluppato una cornea artificiale che potrebbe permettere ai ciechi di vedere e potrebbe risparmiare ai pazienti le gravi complicazioni del metodo di trapianto tradizionale attualmente in uso. Fino a questo momento i chirurghi hanno trapiantato cornee provenienti da donatori umani. Le imprese in questione si sono unite agli istituti di ricerca pubblici per costruire una cornea protesica perfetta e high-tech. Il progetto Cornea ('Development of an artificial cornea for the human eye') e' stato finanziato con ben 1,78 milioni di euro nell'ambito della linea d'azione per le Pmi del Sesto programma quadro (6/o PQ). A riportare la notizia e' stato il notiziario Cordis. Ogni anno in Europa 40 mila non vendenti si aggiungono alla lista d'attesa per il trapianto della cornea, perche' soffrono di un disturbo ereditario o perche' hanno perso la vista in seguito a un incidente o a una malattia. Sfortunatamente, questo metodo tradizionale e' lungi dall'essere perfetto; la percentuale di successo puo' superare il 90 per cento o puo' essere inferiore al 50 per cento. Tra i pazienti che hanno la fortuna di trovare un donatore compatibile, molti non sopportano bene la nuova cornea. Gli effetti collaterali piu' comuni sono secchezza oculare, ustioni da acidi e altri gravi problemi agli occhi. Un altro problema e' costituito dal fatto che spesso nei paesi in via di sviluppo non ci sono cornee disponibili. Una protesi della cornea e' l'alternativa perfetta. Ma progettare e produrre una cornea artificiale ben fatta non e' facile. Gli altri gruppi di ricerca che ci hanno provato in precedenza non sono riusciti a soddisfare le complesse esigenze dell'occhio umano. Ci sono voluti 3 anni di sviluppo, insieme alle competenze di 12 team di ricerca europei, per ottenere le giuste proprieta' fisiche, chimiche e biologiche. In primo luogo, il materiale si deve innestare in modo saldo all'occhio; deve costituire una buona base sulla quale possa crescere il circostante tessuto dell'occhio. Ma non deve crescere tessuto al centro della protesi, altrimenti il paziente non potra' vedere. In secondo luogo, la parte piu' interna della cornea deve rimanere completamente libera, mentre la parte esterna della protesi deve essere liscia e deve potersi bagnare con le lacrime, in modo che la palpebra possa scivolarvi sopra con facilita'. Per ottenere tutte queste caratteristiche, il consorzio Cornea ha usato un polimero e ha testato diversi tipi di rivestimenti. In particolare, hanno scelto una speciale proteina - un fattore di crescita che le cellule del tessuto oculare naturale possono rilevare e riconoscere. Messe in moto da questo fattore di crescita, le cellule cominciano a crescere sulla superficie dei bordi della protesi, proprio come e' necessario. I team hanno inoltre sviluppato metodi specifici per la sterilizzazione e hanno testato l'impianto, sia in vitro (su colture di cellule di tessuti dissezionati di maiali) che su conigli di laboratorio vivi. Coordinato dall'Istituto Fraunhofer di ricerca applicata sui polimeri, Postdam, Germania, e con la partecipazione di esperti provenienti da Germania, Francia, Paesi Bassi e Polonia, il progetto Cornea ha ottenuto il suo scopo grazie al know-how offerto. Le Pmi hanno contribuito con le risorse tecniche e di sviluppo, nonche' con la capacita' di produzione e soprattutto con l'accesso al mercato. La Pmi IOI, con sede nel Regno Unito, ha apportato al progetto il suo innovativo disegno brevettato di cheratoprotesi 'flexicornea'. La cornea artificiale e' basata su questo disegno. Il gruppo tedesco Coronis, insieme all'Istituto Fraunhofer, ha sviluppato e testato un polimero ottico flessibile e idrofobico che imita la cornea umana. Inoltre, due Pmi tedesche hanno sviluppato la tecnologia di produzione meccanica (Schmidt) mentre la Rhine Tec ha adattato il suo analizzatore di cellule e commercializzera' questo strumento. L'impianto di cornea e' stato adesso approvato come un dispositivo medico personalizzato sicuro. Puo' essere usato su non vedenti se le altre cure non funzionano, dando ai pazienti la liberta' di godersi piu' pienamente il mondo intorno a loro.

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